IL MEGALITE
Quello che per anni ci era parso un semplice rilievo, una delle tante colline spoglie che descrivono il nostro mondo, si è rivelato per puro caso di origine altra.
Bastò rimuovere un piccolo strato di terreno dalla sommità mostrare le tracce di quello che a prima vista fu catalogato come un manufatto antico, il primo rinvenimento di una vita preesistente alla nostra. Privi di certezze, provammo a riportare alla luce quello che ci apparve subito come un oggetto destinato a durare nel tempo. Non eravamo pronti però alle dimensioni della nostra scoperta.
Mano a mano che procedevamo negli scavi, dovevamo fare i conti con una nuova realtà: il reperto era grande come l’intero rilievo, forse ne costituiva l’ossatura. Non sapevamo neanche se ci trovassimo al cospetto di una stele, un monolite, un’abitazione o chissà cos’altro. Fu allora che sorsero i primi dubbi sulle dimensioni di Coloro che avevano costruito un oggetto simile e che ancora non sapevamo se catalogare come antenati, alieni o dèi.
Una volta liberata buona parte della costruzione tombale (allora propendevamo per questa ipotesi), rinvenimmo superfici di una precisione inaudita, materiali sconosciuti, enormi simboli incomprensibili.
Rimanemmo ammirati da quella che riteniamo tuttora la facciata principale del monumento, nonostante sia priva di punti di accesso: composta di un materiale diverso rispetto alle altre pareti, qui rinvenimmo simboli e incisioni su una superficie compatta e fin troppo regolare. Non riuscimmo a decifrare quelle che immaginavamo essere opere d’arte, o forse contrassegni distintivi del proprietario di questa tomba. Supponevamo che solo i più ricchi e potenti fra Loro potessero ambire a ottenere una costruzione simile.Solo verso la fine degli scavi, una volta rinvenuto il megalite nella sua interezza, ci accorgemmo di come l’oggetto non avesse fondamenta né una struttura tale da permettergli un equilibrio a sé stante. Se privato del supporto del terreno circostante, quell’opera dalle dimensioni mostruose sarebbe potuta crollare fino a schiacciare decine di noi. Quest’ultima scoperta fu talmente incomprensibile da darci le vertigini. Possibile che un monumento dalle proporzioni simili, composto di materiali talmente resistenti da sopravvivere ai secoli e forse ai millenni, fosse semplicemente appoggiato al terreno, incastonato fra le nostre colline? Come era stato posizionato con quell’orientamento, fino a divenire parte integrante del nostro paesaggio e per quale motivo? Gli interrogativi si alternavano a una nuova consapevolezza: vivevamo forse su strati di civiltà passate? Quanti e quali reperti erano sopravvissuti alla Loro civiltà? Chi erano Loro e perché si erano estinti?